Paesaggi
Sostenibili

10 ARCHITETTURE - 10 TERRITORI - 10 SPUNTI PER RIFLETTERE
sulla sostenibilità territoriale nella regione montana e rurale delle Alpi del Sud. Un racconto fotografico di Urban Reports.

PROGETTO FINANZIATO
DALL’UNIONE EUROPEA

La strada verso Borgata Campofei – Castelmagno – Isabella Sassi Farìas

INTRODUZIONE

Un racconto fotografico per provare ad allargare lo sguardo sul paesaggio che accoglie le 10 architetture selezionate dal progetto Habit.a.

Questa estate, nell’ambito del progetto europeo Interreg-Alcotra Habit.a, di cui l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Cuneo è capofila, il collettivo Urban Reports ha indagato il tema della sostenibilità a partire dall’analisi delle architetture Testimonal individuate dal programma. L’obiettivo: sensibilizzare e promuovere un’architettura di qualità, più responsabile e attenta al contesto territoriale, nonché sostenere un cambio di paradigma nel modo di agire sui territori alpini. Un racconto che anziché concentrare l’attenzione solo sui volumi, ne percorre gli spazi intorno e ne indaga le relazioni col contesto, ne segue i nessi e le implicazioni, prendendo in esame, oltre alla trasformazione fisica e geografica dei luoghi, anche la dimensione culturale, lo spazio di vita delle comunità.

UN’INIZIATIVA PROMOSSA DA

Logo Ordine Architetti Cuneo

CON LA PARTECIPAZIONE DI

I siti del progetto

01. Forcalquier 
02. Méolans – Revel
03. Romette
04. Argentera
05. Rittana
06. La Valliera
07. Sampeyre
08. Ostana
09. Alba
10. Cigliè

"Se vogliamo che le persone ritornino ad abitare le terre alte bisogna che queste tornino ad essere luoghi di produzione, spazi culturali, politici, di progettualità eterarchica, dove la diversità diventa fonte di valore."

Filippo Barbera

Sociologo dell'economia e del lavoro
Una finestra sulle Langhe - Vista dalla strada - Ciglié-Isabella Sassi Farìas
Una finestra sulle Langhe - Vista dalla strada - Ciglié-Isabella Sassi Farìas

TEMATICA

Sostenibilità

non solo intesa come parametro tecnico, ma come insieme di valori espressi dal territorio e da chi lo abita.

ABOUT

Ciascuna delle 10 opere serve a raccontare un luogo e ad esplorare un tema. Una narrazione per immagini che osserva i processi entro cui questi progetti hanno preso forma, interrogando e ascoltando le voci del territorio: gli architetti, gli amministratori, gli abitanti e i fruitori di queste architetture.
Il torrente e il limite tra le aree del pascolo - Sampeyre - Vallone Infernet- Davide Curatola Soprana
"Il paesaggio muore quando non siamo capaci di sostituire un immaginario con un altro. i paesaggi cambiano, evolvono, ma mantengono la sequenza storica che li ha definiti, quindi è necessario intervenire quando si attiva un processo di attesa e cambiamento."

Joan Nogué

Geografo
Rudere-Rittana - Gorré - Alessandro Guida
Rudere-Rittana - Gorré - Alessandro Guida

Il racconto

Un racconto che aggiunge un ulteriore livello di consapevolezza della dimensione materiale e immateriale che definisce la sostenibilità di un intervento d’architettura in un determinato luogo.
Una narrazione che parte dall'architettura per scoprire una pluralità di luoghi e affrontare una serie di questioni tutte a loro modo rilevanti per affrontare il concetto della sostenibilità nei territori alpini e rurali. Questo lavoro è il frutto di una visione costruita in collettivo. 4 sguardi, quelli del collettivo, sulle dieci architetture e i loro mondi, prima solitari poi ricomposti in un unico filo narrativo. Il lavoro di Urban Reports è andato deliberatamente oltre lo spazio di pertinenza di queste opere nel tentativo di fornire un ulteriore livello di analisi e di comprensione delle dinamiche che hanno generato il paesaggio con cui si confrontano oggi. Percorrendo il territorio, immedesimandosi e isolando gli elementi che compongono lo spazio, la fotografia riassegna un ordine alla realtà, porta con sé nuovi significati e nuovi immaginari.

FOTOGRAFIE

Alessandro Guida, Davide Curatola Soprana e Isabella Sassi Farìas

TESTI

Viviana Rubbo

Urban Reports è un collettivo di fotografi e ricercatori residenti in diverse città europee che utilizza la fotografia per documentare le trasformazioni del paesaggio contemporaneo attraverso il dialogo permanente con le altre discipline e il coinvolgimento di istituzioni culturali, attori pubblici e professionisti, a livello locale ed europeo. Nel 2018 ha partecipato alla XVI Biennale di Architettura di Venezia, cui ha fatto seguito la pubblicazione dedicata “L’Altra Italia. Un racconto per immagini delle aree interne del paese”, e nel 2019 ha esposto alla Biennale di Urbanistica e Architettura di Seoul. L’ultimo progetto del collettivo è “Attraverso le Alpi. Un racconto fotografico delle trasformazioni del paesaggio alpino”.

DESIGN

PROGRAMMAZIONE

Cristina Iurissevich – ciurissevich.it

TRADUZIONI

Muller Worldwide Links S.r.l.

PAESAGGI SOSTENIBILI è UNA MOSTRA FINANZIATA E SVILUPPATA ALL’INTERNO DI HABITA, PROGETTO FINANZIATO DALL’UNIONE EUROPEA

INIZIATIVA PROMOSSA DA

Logo Ordine Architetti Cuneo_bn

CON LA PARTECIPAZIONE DI

PARTENARIATO PROGETTO HABITA

Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Cuneo

Regione Piemonte – Direzione Agricoltura

IISBE ITALIA R&D Srl

Ordre des Architectes Provence-Alpes-Cote d’Azur

Pays Serre – ponçon Ubaye Durance

EnvirobatBDM

Architettura
bene comune

ARCHITETTURA

La Maison de Village

LUOGO

Forcalquier
Alpes de Haute-Provence
10 ARCHITETTURE - 10 TERRITORI - 10 SPUNTI PER RIFLETTERE
sulla sostenibilità territoriale nella regione montana e rurale delle Alpi del Sud. Un racconto fotografico di Urban Reports.

PROGETTO FINANZIATO
DALL’UNIONE EUROPEA

La strada verso Borgata Campofei - Castelmagno - Isabella Sassi Farìas

INTRODUZIONE

Un racconto fotografico per provare ad allargare lo sguardo sul paesaggio che accoglie le 10 architetture selezionate dal progetto Habit.a.
Questa estate, nell’ambito del progetto europeo Interreg-Alcotra Habit.a, di cui l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Cuneo è capofila, il collettivo Urban Reports ha indagato il tema della sostenibilità a partire dall’analisi delle architetture Testimonal individuate dal programma. L’obiettivo: sensibilizzare e promuovere un’architettura di qualità, più responsabile e attenta al contesto territoriale, nonché sostenere un cambio di paradigma nel modo di agire sui territori alpini. Un racconto che anziché concentrare l’attenzione solo sui volumi, ne percorre gli spazi intorno e ne indaga le relazioni col contesto, ne segue i nessi e le implicazioni, prendendo in esame, oltre alla trasformazione fisica e geografica dei luoghi, anche la dimensione culturale, lo spazio di vita delle comunità.

UN’INIZIATIVA PROMOSSA DA

CON LA PARTECIPAZIONE DI

I siti del progetto

01. Forcalquier
02. Méolans – Revel
03. Romette
04. Argentera
05. Rittana
06. La Valliera
07. Sampeyre
08. Ostana
09. Alba
10. Cigliè

"Se vogliamo che le persone ritornino ad abitare le terre alte bisogna che queste tornino ad essere luoghi di produzione, spazi culturali, politici, di progettualità eterarchica, dove la diversità diventa fonte di valore."

Filippo Barbera

Sociologo dell'economia e del lavoro
Una finestra sulle Langhe - Vista dalla strada - Ciglié-Isabella Sassi Farìas

TEMATICA

Sostenibilità

non solo intesa come parametro tecnico, ma come insieme di valori espressi dal territorio e da chi lo abita.

ABOUT

Ciascuna delle 10 opere serve a raccontare un luogo e ad esplorare un tema. Una narrazione per immagini che osserva i processi entro cui questi progetti hanno preso forma, interrogando e ascoltando le voci del territorio: gli architetti, gli amministratori, gli abitanti e i fruitori di queste architetture.
Il torrente e il limite tra le aree del pascolo - Sampeyre - Vallone Infernet- Davide Curatola Soprana
"Il paesaggio muore quando non siamo capaci di sostituire un immaginario con un altro. i paesaggi cambiano, evolvono, ma mantengono la sequenza storica che li ha definiti, quindi è necessario intervenire quando si attiva un processo di attesa e cambiamento."

Joan Nogué

Geografo
Rudere-Rittana - Gorré - Alessandro Guida

Il racconto

Un racconto che aggiunge un ulteriore livello di consapevolezza della dimensione materiale e immateriale che definisce la sostenibilità di un intervento d’architettura in un determinato luogo.
Una narrazione che parte dall'architettura per scoprire una pluralità di luoghi e affrontare una serie di questioni tutte a loro modo rilevanti per affrontare il concetto della sostenibilità nei territori alpini e rurali. Questo lavoro è il frutto di una visione costruita in collettivo. 4 sguardi, quelli del collettivo, sulle dieci architetture e i loro mondi, prima solitari poi ricomposti in un unico filo narrativo. Il lavoro di Urban Reports è andato deliberatamente oltre lo spazio di pertinenza di queste opere nel tentativo di fornire un ulteriore livello di analisi e di comprensione delle dinamiche che hanno generato il paesaggio con cui si confrontano oggi. Percorrendo il territorio, immedesimandosi e isolando gli elementi che compongono lo spazio, la fotografia riassegna un ordine alla realtà, porta con sé nuovi significati e nuovi immaginari.

FOTOGRAFIE

Alessandro Guida, Davide Curatola Soprana e Isabella Sassi Farìas

TESTI

Viviana Rubbo

Urban Reports è un collettivo di fotografi e ricercatori residenti in diverse città europee che utilizza la fotografia per documentare le trasformazioni del paesaggio contemporaneo attraverso il dialogo permanente con le altre discipline e il coinvolgimento di istituzioni culturali, attori pubblici e professionisti, a livello locale ed europeo. Nel 2018 ha partecipato alla XVI Biennale di Architettura di Venezia, cui ha fatto seguito la pubblicazione dedicata “L’Altra Italia. Un racconto per immagini delle aree interne del paese”, e nel 2019 ha esposto alla Biennale di Urbanistica e Architettura di Seoul. L’ultimo progetto del collettivo è “Attraverso le Alpi. Un racconto fotografico delle trasformazioni del paesaggio alpino”.
www.urbanreports.org

DESIGN

Tundra – www.tundrastudio.it

PROGRAMMAZIONE

Cristina Iurissevich

TRADUZIONI

Muller Worldwide Links S.r.l.

PAESAGGI SOSTENIBILI è UNA MOSTRA FINANZIATA E SVILUPPATA ALL’INTERNO DI HABITA, PROGETTO FINANZIATO DALL’UNIONE EUROPEA

INIZIATIVA PROMOSSA DA

CON LA PARTECIPAZIONE DI

PARTENARIATO PROGETTO HABITA

Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Cuneo

Regione Piemonte – Direzione Agricoltura

IISBE ITALIA R&D Srl

Ordre des Architectes Provence-Alpes-Cote d’Azur

Pays Serre – ponçon Ubaye Durance

EnvirobatBDM

Architettura bene comune

ARCHITETTURA

La maison de Village

LUOGO

Forcalquier, Alpes de Haute-Provence

PAESAGGI SOSTENIBILI

10 architetture - 10 territori - 10 spunti per riflettere sulla sostenibilità territoriale nella regione montana e rurale delle Alpi del Sud

Introduzione

Questa estate, nell’ambito del progetto europeo Interreg-Alcotra Habit.a, di cui l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Cuneo è capofila, il collettivo Urban Reports ha indagato il tema della sostenibilità a partire dall’analisi delle architetture Testimonal individuate dal programma. L’obiettivo: sensibilizzare e promuovere un’architettura di qualità, più responsabile e attenta al contesto territoriale, nonché sostenere un cambio di paradigma nel modo di agire sui territori alpini. 

Interventi architettonici molto diversi tra loro per tipologia, dimensione, funzione e ragion d’essere, che si collocano in regioni montane e rurali altrettanto variegate per lo sviluppo storico che le ha contraddistinte in passato e le dinamiche che ne determinano le condizioni attuali. 

Un racconto che anziché concentrare l’attenzione solo sui volumi, ne percorre gli spazi intorno e ne indaga le relazioni col contesto, ne segue i nessi e le implicazioni, prendendo in esame, oltre alla trasformazione fisica e geografica dei luoghi, anche la dimensione culturale, lo spazio di vita delle comunità. Una narrazione per immagini che osserva i processi entro cui questi progetti hanno preso forma, interrogando e ascoltando le voci del territorio: gli architetti, gli amministratori, gli abitanti e i fruitori di queste architetture. 

La fotografia documentaria, che ha il privilegio di prendersi tutto il tempo necessario per guardare le cose, osservare lo spazio, e percorrerlo con pazienza ascoltando le voci di chi lo abita e lo vive nel quotidiano, diventa strumento per leggere criticamente i segni e le tracce di questo cambiamento. Introducendo un nuovo livello di analisi, il racconto fotografico si propone di supportare una riflessione multidisciplinare e multi-attoriale sul modo in cui decidiamo di abitare questo mondo, per orientarci di nuovo nello spazio e nel tempo, come diceva il celebre fotografo Luigi Ghirri. Indagare la dimensione territoriale, l’impronta corporea di queste architetture nello spazio alpino e la loro interazione con la società di quel contesto, vuole aggiungere un ulteriore grado di consapevolezza sulla dimensione materiale e immateriale che definisce la sostenibilità di un intervento d’architettura in un determinato luogo. La sostenibilità non solo intesa come parametro tecnico, ma come insieme di valori espressi dal territorio e da chi lo abita.

Come possiamo definire la qualità e la sostenibilità di un intervento architettonico, sia esso pubblico o privato? Può una lettura dello spazio più ampia, capace di andare oltre la relazione tra il volume e l’intorno prossimo, offrire degli elementi conoscitivi sulla complessità del sistema territoriale nel suo insieme e delle dinamiche che l’edificio instaura con l’ambiente in cui si inserisce?  

Il metodo di lavoro

Dopo una prima fase di interviste svolte a distanza con gli architetti responsabili dei progetti, gli amministratori e gli esperti locali, il collettivo Urban Reports ha percorso i territori per dodici giorni di intensa campagna fotografica (un solo giorno per ciascun sito), sviluppando diversi piani di lavoro:

> un racconto visuale, frutto dell’analisi percettiva dei singoli fotografi, poi editato, discusso e montato in collettivo a restituire una rappresentazione di questi interventi di architettura e il loro modo dialogare coi territori;

> un’attività di interazione e ascolto delle comunità che gravitano intorno a queste architetture che ha permesso di annotare le riflessioni di coloro che hanno concepito e voluto queste architetture, di chi le abita e le vive nel quotidiano, e di chi le ha realizzate.

La combinazione di questi due diversi layer di lettura ha dato vita al racconto finale: ciascun sito diventa la tappa di un viaggio attraverso la geografia fisica e culturale delle Alpi del Sud e quindi l’opportunità per declinare uno dei molti aspetti emersi, tutti rilevanti per affrontare il concetto della sostenibilità nei territori alpini e rurali.

La forma del racconto

Questa ricerca fotografica ha messo in luce degli aspetti che seppur distinti per quella che è la storia intrinseca dell’intervento sul sito, appaiono comuni ai dieci ambiti.

Sicuramente una condizione presente di “transizione”, le architetture cioè partecipano ad una fase di cambiamento che caratterizza questi luoghi: tutti accomunati da un passato recente, che si riferisce alle decadi a cavallo del nuovo millennio, con fenomeni di abbandono diffuso, disillusione e sofferenza. Risultano leggibili ancora oggi le tracce più o meno evidenti di una decadenza del patrimonio costruito e del paesaggio rurale, dell’impoverimento della dimensione economico-produttiva associati alla fragilità del tessuto sociale. Un caso a parte la Bassa Langa già in ripresa nelle decadi ‘70-’80, ma comunque in forte mutazione dal 2010 rispetto ai metodi produttivi. 

I dieci interventi più o meno tutti realizzati negli ultimi dieci anni, sono testimoni di una serie di processi di rigenerazione territoriale e ripensamento dei valori e del modo di intendere l’abitare, in senso lato, dei territori alpini e rurali. La materializzazione di questi progetti partecipa, dà forma e concretezza, alla realizzazione di programmi di rinascita: la progettazione degli spazi e dei volumi diventa, in quest’ottica, un’operazione culturale di carattere collettivo, anche quando il committente è privato e l’utilizzo è apparentemente legato alla sfera individuale.

Infatti, tutti raccontano il desiderio di singoli individui o gruppi di cittadini, di nuove comunità e di amministratori lungimiranti, di esplorare nuove traiettorie di sviluppo. Questi interventi portano energia e occasioni di rinnovamento; sono progetti di investimento e partecipazione personale per obiettivi che hanno assunto, anche attraverso l’architettura e la trasformazione fisica dello spazio, una dimensione che è collettiva, e che si traduce in progetti di rinascita e di un modo di intendere la montagna come territorio culturale, politico e economico. 

Ciò che li accomuna ancora sono: la cura per il territorio, il ripensamento delle economie locali attraverso l’introduzione di modelli innovativi, nuove forme di collaborazione pubblico-privato, la ricostruzione di nuove comunità attraverso la ricucitura paziente di legami sociali e culturali col territorio. Amministratori, allevatori, agricoltori, e nuovi montanari collaborano insieme per una ritrovata “progettualità eterarchica, dove la diversità diventa fonte di valore, che è scelta di vita e che si realizza giorno per giorno, non solo per se stessi ma anche per quelli che verranno. C’è la libertà, l’autodeterminazione, c’è l’assunzione di responsabilità e la visione capace di andare oltre il tempo, ma soprattutto la fatica quotidiana che condividono.

Per questo, e per dare voce a questa pluralità di architetture, temi e luoghi, ciascun sito diventa la tappa di un viaggio attraverso la geografia fisica e culturale delle Alpi del Sud e quindi l’opportunità per declinare uno dei molti aspetti emersi, rilevante per affrontare il concetto della sostenibilità nei territori alpini e rurali.

1/ Architettura bene comune | Maison de village a Forcalquier, Alpes de Haute-Provence

2/ Il bosco | La Maison du bois a Méolans-Revel, Alpes de Haute Provence

3/ Laboratori di abitare | Les Allouviers, habitats groupés a Romette, Hautes-Alpes

4/ Tra immaginari e miraggi | La casa nel fienile, Frazione Prinardo, Argentera, Alta Valle Stura

5/ Riconquista culturale e politica | Borgata Paraloup, Rittana, Valle Stura

6/ Nuove alleanze pubblico/privato | Borgata Valliera, Castelmagno, Valle Grana

7/ La montagna produttiva | Stalla, Borgata Roccia, Sampeyre, Val Varaita

8/ Nuove comunità progettanti | Lou Pourtoun, Ostana, Valle Po

9/ Paesaggi culturali | L’Acino della Tenuta Monsordo Bernardina, Alba, Bassa Langa

10/ Contaminazioni | La finestra sulle Langhe, Cigliè, Alta Langa

Questo lavoro è il frutto di una visione costruita in collettivo. 4 sguardi, i nostri, sulle dieci architetture e i loro mondi, prima solitari poi ricomposti in un unico filo narrativo. Il nostro lavoro è andato deliberatamente oltre lo spazio di pertinenza di queste opere nel tentativo di fornire un ulteriore livello di analisi e di comprensione delle dinamiche che hanno generato il paesaggio con cui si confrontano oggi. Percorrendo il territorio, immedesimandosi e isolando gli elementi che compongono lo spazio, la fotografia riassegna un ordine alla realtà, porta con sé nuovi significati e nuovi immaginari.   

 Un lavoro che aggiunge un ulteriore livello di consapevolezza della dimensione materiale e immateriale che definisce la sostenibilità di un intervento d’architettura in un determinato luogo. 

La sostenibilità non solo intesa come parametro tecnico, ma come insieme di valori espressi dal territorio e da chi lo abita. Non solo, portando uno sguardo d’insieme capace di percorrere trasversalmente questi territori, questa narrazione, li mette a confronto, sottolineandone le specificità e la comunanza di sfide e, al contempo, la complessità degli aspetti che concorrono a definirne la sostenibilità. 

Sono luoghi parlanti, in cui le comunità stanno divenendo sempre più plurali, in cui coesistono la memoria storica, la testimonianza delle persone che sono nate in queste valli, sono emigrate nella grande città e appena hanno potuto, sono tornate a presidiare i loro territori, con un nuovo agio e nuove energie, per ritrovare una vita anarchica di cui avevano memoria; ci sono coloro che sono sempre rimasti, perché non avevano scelta o perché hanno deciso di portare avanti l’azienda famigliare, innovandola, ma ci sono anche i montanari di ritorno e i nuovi montanari, coloro che tornano a casa, o si trasferiscono, e cercano nella montagna la possibilità di sviluppare un nuovo progetto di vita. 

Questi dieci progetti raccontano tutto questo.